Nel XVI secolo i mercanti e i banchieri genovesi avevano ormai sostituito i pisani nel monopolio delle attività economiche e mercantili con Palermo , tanto da costruire in città un luogo di culto , dove incontrarsi, pregare e farsi seppellire. La chiesa di San Giorgio , progettata da Giorgio di Faccio, è uno dei pochi esempi di arte rinascimentale a Palermo, una volta attorniata da edifici (poi distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ) , oggi si staglia solitaria in un ampio slargo in prossimità di via Cavour e piazza XIII Vittime.
La Chiesa ospita la tomba di Sofonisba Anguissola, donna geniale e indipendente, una delle prime pittrici italiane a ricevere riconoscimento internazionale. Sofonisba era nata a Cremona nel 1532 dalla nobile famiglia piacentina degli Anguissola e, dopo aver frequentato la scuola del pittore Bernardino Campi, aveva lavorato come ritrattista nelli più importati corti dell’Italia settentrionale . In poco tempo divenne famosa – pare che anche Michelangelo avesse apprezzato delle sue opere – e nel 1560 fu invitata presso la Corte di Filippo II di Spagna in qualità di insegnante di pittura della regina, diventando preso ritrattista di corte.
Nel 1573 Sofonisba fu data in sposa a Fabrizio Moncada, nobile palermitano, e si trasferì in Sicilia. Moncada tuttavia morì presto e Sofonisba conobbe Orazio Lomellini, figura di spicco della comunità genovese, col quale si sposò e tornò a Genova.
Tornò gli ultimi anni della sua vita a Palermo , dove quasi novantenne e cieca incontrò il ritrattista inglese Van Dick. L’uomo rimase molto impressionato da questo incontro e sembra abbia scritto nei suoi diari : “ ho ricevuto maggiori lumi da una donna cieca che dallo studiare i più insigni maestri.”